Live Club, Trezzo Sull’Adda (MI) – 14/10/2011

 

Giunto al Live Club grazie all’aiuto del disponibilissimo Luca, il locale è ancora poco affollato e riesco a posizionarmi nel sottopalco (anche se viste le ristrette dimensioni della location sarebbe da dire che tutto lo spazio tra palco e mixer è un sottopalco) per l’inizio della band di supporto, i Treatment. Con un sound potente che rivanga riff alla Airbourne ed una timbrica ricordante molto gli Skid Row, questi cinque inglesi scaldano il pubblico con brani hard rock molto standard ed efficaci, dimostrando anche una discreta tenuta di palco senza eccessivi picchi. La band lascia il palco tra gli applausi generali dopo quaranta minuti circa, lasciando libera la strada per la vera leggenda che sigilla con la data di Trezzo sull’Adda la tripletta italiana dopo Roma e Padova.

Passata un’attesa piuttosto contenuta le luci si spengono e gli altoparlanti trasmettono la profonda ed inquietante voce del celeberrimo Vincent Price ad introdurre la opener “Black Widow”; Alice appare in cima ad una altissima scala, dalla quale non perde occasione per sfoderare le sei zampe che ha appese alla braccia a mò di aracnide. Appena finito il brano, questo maestro del teatro più macabro e funesto scende dalle scalette per giungere finalmente a pochi metri dai fan cantando il discutibile brano “Brutal Planet”, seguito a ruota da una infinita serie di vecchi classici solitamente sparsi verso il finire della setlist.

E’ infatti attraverso pezzi come “I’m Eighteen”, “Under My Wheels” o “No More Mr. Nice Guy” che l’atmosfera torna indietro nel tempo di qualche decade dandoci la conferma che il rock puro non ha limiti di età, anche se personalmente il momento clou è stato raggiunto con la fantastica “Hey Stoopid”, non presente nel precedente tour. Come da tradizione non sono certo mancate le trovate più teatrali come l’oramai storica ghigliottina, un pupazzo gigante con la faccia truccata da Alice (ricordante molto il mega Eddie dei Maiden) durante “Feed My Frankestein” o ancora scoppi di coriandoli, piume di carta ed anche un bello sputazzo di sangue sulle prime file da parte del boia poco prima dell’inizio di “I Love The Dead”. Insomma, se questo illustre personaggio è in giro per il mondo dal 1964 e fa ancora dei sold out attirando un audience che va dal bambino al cinquantenne old school, ci sarà anche un motivo!

Lo spettacolo è stato come sempre all’altezza ed è valso tutti i soldi del biglietto, ma analizziamo il tutto con più attenzione. Rispetto allo scorso anno la setlist è cambiata molto, questa volta senza molti ottimi brani come “Nurse Rosetta” o “Ballad Of Dwight Fry” tra le tante per “arruolare” pezzi come “Clones” (personalmente un brano evitabilissimo) ma anche le splendide e datate “Is It My Body” e “Muscle Of Love” che calibrano bene la scaletta, per un mio punto di vista meno teatrale rispetto a quella del precedente tour

Altro fattore interessante della serata è stato vedere all’attivo la nuova line up con la bionda Orianthi, il leggendario Steve Hunter e Tommy Henriksen alle chitarre, il già presente Chuck Garric al basso e Glen Sobel alla batteria. Che dire, poter vedere di nuovo insieme Steve ed Alice è stata una gran bella emozione e per quanto riguarda la discussa Orianthi, l’ho personalmente trovata un po’ fredda caratterialmente ma ad ogni modo un’ottima chitarrista, come già aveva dimostrato nel corso degli anni con molte collaborazioni importanti. Attendendo con ansia il tour vero e proprio del nuovo “Welcome 2 My Nightmare” dove potremo sentire qualche canzone in più, visto che in questo tour è stato estratto solo un brano in scaletta (la bella “I’ll Bite Your Face Off”), consiglio caldamente a chi non lo avesse mai visto di procurarsi seduta stante il biglietto della prima data disponibile assicurando che sarà una spesa ben ponderata. Anche se lo spettacolo è stato leggermente meno intenso della scorsa volta le emozioni forti non sono di certo mancate per una serata all’insegna della storia, una storia che da quasi cinquant’anni (!) continua ad insegnare il vero spirito del rock and roll vecchio stampo alle nuove ed alle vecchie leve, grazie ad un ormai anziano signore che non ne vuole sapere di lasciare il cilindro ed il bastone a casa vista la sua ancora straordinaria tenuta di palco a settant’anni suonati.

Serata riuscita in pieno, anticipata da un sold out ed ancor prima dalla garanzia di qualità testata nei decenni dai fan, questi ultimi consapevoli che una volta spente le luci non si è più ad un semplice concerto rock, bensì all’interno di uno spettacolo dai toni meravigliosamente coinvolgenti ed atmosferici. Per chi vi volesse partecipare sappia sin da ora cosa lo aspetta… Benvenuti nell’ incubo.

SETLIST ALICE COOPER:

Vincent Price intro

The Black Widow

Brutal Planet

I’m Eighteen

Under My Wheels

Billion Dollar Babies

No More Mr. Nice Guy

Hey Stoopid

Is It My Nody

Halo Of Flies

I’ll Bite Your Face Off

Muscle Of Love

Only Women Bleed

(Orianthi guitar solo intro)/ Cold Ethyl

Feed My Frankestein

Clones (We’re All)

Poison

Wicked Young Man

Killer/I Love The Dead

School’s Out/Another Brick In The Wall snippet

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Elected (con tanto di bandiera e maglietta tricolore)

 


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