Per chi non avesse neanche mai sentito nominare il nome Abydos bisogna sapere che dietro a questo moniker si cela la geniale mente di Andy Kuntz, voce e principale compositore di una delle più importanti (ma probabilmente la più conosciuta) prog metal band provenienti dalla Germania: i Vanden Plas.

Iniziò a lavorare a questo progetto nel 2003, l’anno più triste della sua intera vita: infatti nell’arco di pochi mesi perse il padre ed altre tre persone alle quali era molto legato; questi tristi avvenimenti però non fermarono la fantasia e la forza di volontà di Andy che continuò a scrivere e a comporre per raggiungere il suo obbiettivo, ciò per cui da sempre ha dedicato mente ed anima: la musica.

La prima cosa che potrebbe venire in mente è quanto cupamente autobiografico quest’album possa essere, ma se la pensate così, sappiate che non è corretto: Andy con “Abydos” è riuscito a creare un policromo concept album che riesce a stimolare l’immaginazione dell’ascoltatore…ha dato ad ogni strumento un ruolo colorito, diverse personificazioni e quindi anche vari ruoli e parti da narrare e/o recitare.

Al suo fianco A.Kuntz ha reclutato per ultimare la line-up Stefan Glass e Michael Krauss, ottimi musicisti che già in passato (Glass) collaborarono con i Vanden Plas; immancabile al fianco di Andy è inoltre la presenza di Andreas Lill (allucinante il suo assolo di batteria nella mozzafiato opener “The Inhabitants of his Diary”), compagno di palco dietro alle pelli con i sopraccitati Vanden Plas nonché suo grande amico.

Il sound che creano gli Abydos è indiscutibilmente un canonico Progressive metal molto melodico, con un potente apporto sinfonico-orchestrale che rende determinate tracce (es. “You Broke The Sun”) i veri e propri highlights del disco.

Non mancano inoltre le composizioni meno progressive è più melodico-atmosferiche, dove pianoforte, chitarre acustiche, ed effettistica (es. “Radio Earth” – altro highlight) svolgono il ruolo principale coinvolgendo anche a chi il Prog non va proprio giù.

“Abydos” è quindi un album multi-sfaccettato, dai tanti aspetti e dalle tante sfumature, un lavoro per certi aspetti di immediato impatto e per altri da assimilare col tempo; abbiamo comunque a che fare con un gioiellino davanti al quale è difficile rimanere indifferenti o impassibili, una perla che accende la mente e mette in moto la fantasia dell’ascoltatore, che si ritrova a viaggiare tra frammenti di sogni e ondate di sprezzante energia.

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