I 21 lucifers si presentano qua con il loro primo lavoro sotto etichetta dopo due demo.
Quanto viene proposto non è esattamente una grandissima novità: il quintetto svedese si fa portatore di un grindcore già sentito altre volte, ma con qualche tocco personale.
La voce generalmente segue uno stile tipico del genere dando un tocco di personalità in sperimentazioni tipo la chiusura di “Broken” dove opta per una voce sporca molto più melodica e leggera, ma dall’ottimo effetto. Per dare un’idea potrei dire che somiglia a Devin Townsend nei suoi album più leggeri.
Il resto della band dà degna prova di sè suonando bene, anzi benissimo, la parte di competenza magari a volte un po’ troppo estremi, ma in questo ambiente si sa che non vanno molto per il sottile.
Sempre in “Broken” qualcuno potrebbe notare una rassomiglianza con un certo brano di quattro famosi “horsemen”, ma non esistono conferme ufficiali. Mentre ufficiale è la cover di “Surprise, you’re dead” dei Faith no more, riarrangiamento ambizioso vista la considerevole diversità stilistica che comunque dona una nuova veste a quanto fatto da Mike Patton & co.
Lasciando il cd libero di continuare dopo le 18 tracce ufficiali si troveranno 3 tracce nascoste: due della durata di 9 secondi, vuote, e una della durata di 16 secondi con uno scream e qualche verseggio del cantante: auto-ironico e divertente, ma oserei definirlo inutile.
Nel complesso direi che la band fa un discreto lavoro e la produzione lancia sul mercato un album registrato degnamente al di là di ogni dubbio, ma il risultato non è in grado di emergere più di tanto dal calderone degli album similari suonati da altre band precedenti e contemporanee.

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